Se per le persone normodotate la presenza di eventuali barriere architettoniche non rappresenta un problema, la questione assume contorni drammatici per gli oltre tre milioni di italiani costretti a una “non vita” a causa dei limiti riscontrabili nella quotidianità delle nostre città, delle nostre case, dei nostri locali pubblici o commerciali. Nonostante la locuzione “barriera architettonica” sia spesso utilizzata ci siamo mai chiesti cosa identifichi? Analizzando il termine ci rendiamo conto che indica quella serie di ostacoli che non permettono la perfetta libertà di circolazione e movimento alle persone con temporanea o permanente mobilità motoria, sensoriale e a tutti quelli che nella vita sono costretti a stare su di una sedia a rotelle. Per avere un quadro d’insieme migliore ecco alcuni esempi di barriera architettonica: scale, porte strette, rampe eccessivamente ripide, marciapiedi senza spazi appositi per la salita e la discesa, semafori non dotati di segnalatore acustico.
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Così mentre sulla carta diverse sono le leggi a tutela dei disabili che dispongono l’abbattimento delle barriere architettoniche, nella pratica molto dev’essere ancora fatto. Vediamo nello specifico quali sono le principali sfide di un disabile nella vita di tutti i giorni? Nell’urbanistica attuale i problemi sono presenti sia in esterno quindi lungo le strade, edifici pubblici, scuole, locali commerciali sia all’interno di abitazioni residenziali. I marciapiedi sono spesso stretti, con diversi dislivelli, senza le dovute rampe per salire e scendere. Evidenti i problemi per i disabili con difficoltà motorie e in particolare per quelli che hanno bisogno di una sedia a rotelle, un marciapiede stretto diventa impercorribile, allo stesso modo l’assenza delle apposite rampe ne rende difficoltoso l’accesso o la discesa.
Edifici pubblici scuole comprese, spesso out per chi soffre di disabilità motorie. L’accesso molte volte si trova a un’altezza diversa da quella pedonale, non si esistono rampe o sono eccessivamente ripide e non dotate di apposito corrimano. Spostarsi da un piano all’altro? Non sempre possibile. I motivi principali, la presenza di sole scale o di ascensori troppo piccoli che non permettono spazi di manovra a chi si avvale di una carrozzina. Eppure basterebbe poco e con una pedana monta carrozzina, si potrebbe risolvere il problema. Gli sportelli, i banconi per il pubblico, il quadro comandi dell’ascensore si trovano ad altezze proibitive, le porte sono strette e non permettono il passaggio della carrozzina. Le abitazioni sono vettori di molteplici problematiche. Ingressi che non si trovano a livello pedonale senza ausilio di scivoli o pedane. Porte strette, non dotate di apposito maniglione che ne permette una facile apertura e corridoi angusti inadatti al passaggio delle carrozzine.
Servizi igienici non a misura d’invalido, con una doccia o vasca inaccessibili e senza apposito water a cui si aggiungono spazi ristretti che ne limitano la fruibilità e libertà di movimento. Attenzione ai pavimenti esterni o degli scivoli facilmente scivolosi. Inoltre anche per gli edifici privati uno dei più gravi problemi è rappresentato dalle scale. Per la cronaca dobbiamo affermare che la moderna tecnologia ha fornito diverse soluzioni tecniche atte a superare quest’odiosa barriera architettonica, fra le tante i montascale adattabili.
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